LA CULTURA PER LO SVILUPPO DEL PIEMONTE

Intervento del Comitato Emergenza Cultura Piemonte per l'incontro "La cultura per lo sviluppo del Piemonte" - 11 maggio 2014 - Gam Torino

Il Comitato Emergenza Cultura Piemonte composto da singoli operatori e da associazioni dei diversi settori (teatro, danza, musica, cinema, istituti storici, biblioteche, archivi, musei, mostre) e da coordinamenti come il MAB Musei Archivi Biblioteche, il CoBiS Coordinamento delle Biblioteche Speciali e Specialistiche di Torino e Provincia, e CAPA Coordinamento Associazioni Piemonte Arte, propone ai rappresentanti politici, che hanno accettato l'invito e che ringraziamo per la loro disponibilità, alcuni punti su cui chiediamo oggi la vostra opinione e domani, quando sarete al governo, la vostra azione.

1) AI primo punto indichiamo come necessità primaria l'organizzazione entro il 2014, degli Stati Generali della Cultura in Piemonte.
L' organizzazione di questa iniziativa, che è già stata proposta dal Comitato e accettata dall'attuale Presidenza del Consiglio della Regione Piemonte, dovrebbe essere subito ripresa dalla nuova Amministrazione.
 La realizzazione degli Stati Generali permetterebbe di affrontare anche i punti successivi, che indicheremo schematicamente come argomenti per il confronto di oggi.
 Gli Stati Generali della Cultura in Piemonte, rappresentano una opportunità di cambiamento, di evoluzione del sistema. La crisi che attraversa tutti i settori della società, non lascia dubbi sulla necessità di una trasformazione anche dell'assetto che regola le relazioni fra tutti i soggetti che determinano il servizio e l'offerta culturale. Tutti gli enti e tutti i diversi organismi culturali, riconosciuti o meno, che rispondono o danno voce alle diverse necessità culturali della popolazione, dovrebbero quindi sentirsi chiamati e contribuire ad un approfondito ed ampio confronto.
Se questo è il contesto, di cui evidenziamo il punto di vista della necessità di cambiamento, i lavori degli "Stati Generali della Cultura in Piemonte" dovrebbero essere occasione di confronto senza arroccarsi nei diversi ruoli del passato che hanno generato la separazione in rigidi status sociali sia fra gli operatori, sia fra i cittadini. Si tratta invece, senza aver timore di perdere quanto acquisito, di credere in un miglioramento complessivo che possa corrispondere alle diverse realtà ed a beneficio di tutta la comunità.
Dopo il dibattito di questi ultimi anni una serie di considerazioni sulle funzioni dell'attività culturale appaiono ormai condivise da tutti: per prima la funzione di crescita sociale e civile che lo sviluppo culturale di una comunità comporta; quindi la qualità della vita che non deriva esclusivamente dagli effetti del PIL - generati dalla stessa attività e dall'indotto - ma anche da un benessere equo e sostenibile, il BES, che considera molteplici fattori di crescita per misurare lo sviluppo sociale:
lo stato psicofisico delle persone; la conoscenza, la capacità di comprendere il mondo in cui viviamo; il lavoro; il benessere materiale; l'ambiente; i rapporti interpersonali; la partecipazione alla vita della società e la sicurezza; la distribuzione di tutte le dimensioni del benessere: l'equità.

Vedere a questo proposito il lavoro della commissione Stiglitz dell'O.C.S.E.- Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e i relativi studi dell'Istat. Inoltre è da segnalare il recente report sull'impatto economico della cultura in Piemonte "La cultura che stimiamo. Stimiamo la cultura" realizzato per il secondo anno da Unioncamere Piemonte, Camera di Commercio di Torino, Compagnia di San Paolo. Finpiemonte S.p.a. e Osservatorio Culturale del Piemonte. (www.pie.camcom.it/laculturachestimiamo).

La crisi attuale ci insegna quanto la crescita sia connessa all'occupazione; sarebbe quindi irresponsabile oggi, in Piemonte,continuare a non dare il giusto spazio agli investimenti nel campo culturale, cosa che potrebbe permettere il sostegno e la creazione di migliaia di posti di lavoro.
 Gli Stati Generali non intendono essere un "esercizio di stile" ma una vera e propria iniziativa di consultazione per il cambiamento, pertanto risulta necessario, perché le istituzioni possano agire al meglio, stabilire le modalità e i tempi delle diverse azioni, legislative e non, che si ipotizza potrebbero conseguire agli Stati Generali.
Risulta quindi di estrema importanza definire per tempo le azioni che potranno essere discusse durante gli Stati Generali e che devono avere subito seguito per una revisione concreta del sistema cultura a livello regionale.

2) Il secondo punto riguarda quindi la scrittura e l'approvazione di una nuova legge quadro per la cultura, che sappia rilevare la natura di servizio dell'attività culturale e, come scaturirà dai lavori degli Stati Generali, sappia cogliere le nuove istanze e le opportune strategie di crescita del settore, superando, con una puntuale articolazione, la stratificazione dispersiva e contraddittoria delle molteplici leggi varate separatamente in quarant'anni.

3) Al terzo punto chiediamo il vostro indirizzo in merito all'entità delle risorse finanziarie che intendereste stanziare per il settore cultura; queste, a nostro avviso, dovrebbero prevedere anche il coinvolgimento di altri assessorati, come ad esempio quelli allo sviluppo economico, alle politiche sociali, all'ambiente e alla sanità,dato che l'azione culturale può avere importanti ricadute per l'occupazione, per la crescita sociale ed economica, per la salute, per la qualità della vita e per la coesione sociale.

4) Il quarto punto riguarda la necessita di un piano complessivo di rilancio della cultura in Piemonte, che nella sua articolazione permetta coerentemente lo sviluppo delle potenzialità esistenti ed una maggiore diffusione sul territorio, andando incontro a tutti gli abitanti di diverse età, formazione e provenienza.

5) Il quinto punto riguarda i nuovi strumenti che dovrebbero essere individuati sia per misurare i benefici delle attività culturali, sia per il controllo degli investimenti, secondo criteri di lettura non solo impostati sui valori economici: maggiore spesa, maggiore riscontro. Inoltre è indispensabile trovare una congruenza temporale fra le attività, gli stanziamenti e l' erogazione delle risorse, ed è necessario diminuire la burocrazia; attualmente le risorse umane investite per la consuntivazione dei contributi erogati risultano abnormi , sia per i funzionari degli enti, sia per i soggetti beneficiari.

6) Sesto ed ultimo punto: chiediamo se si intenda al più presto attuare un piano d'intervento per sostenere l'occupazione giovanile e di chi ha perduto il lavoro nel campo culturale, anche in considerazione della proposta del Comitato: "Indennità d'occupazione".

Chiediamo gentilmente di intervenire in merito a questi argomenti che riteniamo prioritari.

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